Dolore al seno
- Centro Medico Caroli
- 24 giu
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Il dolore al seno, noto anche come mastalgia, colpisce gran parte delle donne ad un certo punto della vita. Può manifestarsi in diverse forme, dal senso di pesantezza, al dolore intenso, alla sensazione di bruciore in ogni parte del seno e delle aree circostanti. Molte volte, il dolore è ritenuto segno di un problema serio come, ad esempio, un tumore al seno ma di per sé è raramente indice della sua presenza.
il ciclo mestruale sia ancora attivo (non si è ancora in menopausa) o si stia seguendo una terapia ormonale sostitutiva (TOS)
il dolore si faccia sentire nello stesso periodo ogni mese, generalmente da uno a tre giorni prima delle mestruazioni e si attenui al loro termine
il dolore sia diffuso a entrambi i seni (sebbene a volte il dolore si avverta solo da una parte)
Per attenuare il dolore è consigliabile indossare un reggiseno specifico per lo sport, anche di notte e durante l'attività fisica, prendere medicinali antidolorifici da banco come, ad esempio, quelli a base di paracetamolo o ibuprofene o applicare gel a base di ibuprofene o diclofenac. Se non si riesce a alleviare il dolore, è consigliabile rivolgersi al medico di famiglia che potrà prescrivere farmaci per il controllo dei livelli ormonali come danazolo, tamoxifene o goserelina.
In presenza di questi disturbi (sintomi) si può fare in autonomia, a casa, un test di verifica della gravidanza.
La maggior parte dei noduli al seno non desta preoccupazione, ma occorre consultare il medico di famiglia per accertarsi che non costituiscano il segno di una malattia seria come, ad esempio, un tumore. La terapia dipende dal tipo di nodulo; in alcuni casi non occorre alcuna cura.
Si verifica quando il tessuto di cui è costituito il seno (tessuto mammario) si infiamma a causa di una infezione batterica, o per cause legate all’allattamento, arrossandosi, gonfiandosi e provocando dolore. La mastite può anche causare:
Se si sospetta una mastite, è opportuno contattare il medico di famiglia perché se non si interviene con una cura, ad esempio di antibiotici, si potrebbe andare incontro ad un ascesso.
L'ascesso provoca la formazione di pus, generalmente dovuto a un’infezione batterica. È doloroso e i noduli infiammati possono arrossarsi e riscaldarsi fino a generare infiammazione nell'area circostante e a provocare la febbre. In questi casi, è bene consultare il medico di famiglia per valutare se sia necessaria una cura antibiotica e, eventualmente, l’aspirazione del pus.
Il dolore al seno può essere provocato da una lesione se lo si avverte concentrato in un punto e se peggiora con il movimento. Per alleviarlo può essere utile indossare un reggiseno specifico per lo sport e prendere dei farmaci antidolorifici, se consigliati dal medico; a volte, se il dolore persiste, possono essere necessarie iniezioni di farmaci corticosteroidi e anestetici locali.
ingorgo mammario, vale a dire un’ostruzione dei dotti lattiferi
mastite, dolore e gonfiore causati dall'ostruzione dei dotti lattiferi dovuti a un’infezione batterica
ascesso mammario, formazione dolorosa di pus che si produce in caso di mastite non curata
infezione da candida ai capezzoli, in caso di piccole ferite ai capezzoli
È buona regola accertarsi, leggendo il foglietto illustrativo del farmaco che si sta assumendo, se il dolore, o la tensione, al seno rientrino tra gli effetti indesiderati (effetti collaterali). Occorre rivolgersi al medico di famiglia nel caso in cui il dolore divenga particolarmente intenso poiché potrebbe essere necessario cambiare farmaco.
Raramente il dolore di per sé è riconducibile alla presenza di un tumore al seno che, con più probabilità, si manifesta con disturbi (sintomi) quali:
Il medico di famiglia, esaminando il seno e informandosi sui disturbi presenti, cercherà di risalire alla causa del dolore oppure prescriverà una radiografia o una ecografia presso un centro specializzato. Dover eseguire tali, ulteriori accertamenti potrebbe provocare un certo allarme ma si tratta di normali controlli che non servono solo per accertare il tumore del seno. La maggior parte delle donne che si sottopongono a questi esami non risultano, infatti, colpite da tumore.
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