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Reflusso gastroesofageo

  • Centro Medico Caroli
  • 9 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Il reflusso gastroesofageo è una condizione molto comune in cui il contenuto dello stomaco risale nell'esofago. Si verifica in maniera equivalente sia negli uomini che nelle donne e si manifesta in genere in età adulta, tra i trenta e i cinquant'anni. In Italia colpisce una persona su tre e la probabilità di comparsa del reflusso aumenta con l’avanzare dell’età. Molto frequente è anche il reflusso gastroesofageo nel neonato e durante la gravidanza.

L’esofago è il tubo che porta il cibo dalla bocca allo stomaco. All'estremità inferiore è presente una valvola (sfintere esofageo inferiore) che impedisce il passaggio del contenuto dello stomaco in esofago e si rilascia dopo la deglutizione per permettere il passaggio del cibo nello stomaco. Se la valvola non funziona correttamente si può verificare reflusso di acido cloridrico, di bile e di cibo dallo stomaco nell'esofago. A volte, può essere favorito da un’ernia iatale, cioè da una risalita dello stomaco nel torace attraverso il diaframma, ma non sempre l’ernia iatale si associa al reflusso e viceversa.

Il reflusso gastroesofageo entro certi limiti è fisiologico: la quantità di acido che risale nell'esofago, di solito dopo i pasti, è limitata, e quindi non causa particolari problemi.

Il disturbo (sintomo) principale associato al reflusso gastroesofageo è la sensazione di bruciore (detta anche pirosi) avvertita nella parte alta dell’addome (epigastrio) e dietro lo sterno. A questa possono essere associati rigurgiti acidi ed il ritorno di cibo in bocca. La maggior parte delle persone può avere occasionalmente questi disturbi dopo pasti particolarmente abbondanti, ma quando diventano particolarmente frequenti (più di due volte alla settimana) e, soprattutto, influenzano negativamente la sensazione di benessere si parla di “malattia da reflusso gastroesofageo” (MRGE) che può essere associata, o meno, con alterazioni della mucosa esofagea dovute alla presenza di acido.

La MRGE può essere curata con farmaci e cambiamenti negli stili di vita. L’intervento chirurgico può essere necessario solo in pochi casi.

Se i disturbi (sintomi) sono particolarmente frequenti e/o fastidiosi, tali da incidere sulla sensazione di benessere, è consigliabile consultare il medico. In particolare se:

  • i disturbi sono molto frequenti e intensi

  • la cura con farmaci da banco (automedicazione) protratta per due settimane  non ha effetto

  • è presente difficoltà nell'ingoiare (deglutire)

  • sono presenti disturbi che potrebbero far pensare ad un problema più serio, quali vomito ripetuto, vomito con sangue, perdita di peso inspiegabile, sensazione di soffocamento mentre si mangia o difficoltà a deglutire cibi e liquidi, dolore toracico

 
 
 

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